Shichigosan 七五三: il festival giapponese dedicato ai bambini

Tra le numeose festività che scandiscono l’anno dei giapponesi, il 15 novembre è il giorno dello shichigosan 七五三しちごさん, festival dedicato ai bambini celebrato nei santuari shintoisti.

Questo festival non è unicamente un momento di celebrazione dei futuri adulti, ma un importante rito di passaggio che affonda le sue origini nel medioevo giapponese.

Shichigosan, bambini con kimono – fonte: matsunoo.or.jp

Origine

La parola Shichi-go-san 七五三 è costuita da tre ideogrammi che significano rispettivamente “sette-cinque-tre“. Questi numeri si riferiscono all‘età in cui si festeggia il bambino durante il suo percorso di crescita. Ma perchè?

Per comprendere il motivo della nascita di questa usanza è necessaio tornare al Giappone del periodo Heian (794-1185), quando a causa di scarse norme igieniche, frequenti epidemie e difficoltà sanitarie la mortalità infantile era molto alta. Queste tre tappe iniziali della vita di una persona erano così molto importanti e l’aspettativa di vita superati i sette anni era maggiore. Questo ha così portato a celebrare i tre, cinque e sette anni con riti e festeggiamenti.
Inoltre i numeri dispari erano considerati di buon auspicio secondo la cultura dello Yin e Yang di origine cinese.

Celebrazione dello Shichigosan festival, 1844 Utagawa Kunisada – Fonte: ukiyo-e.org

Questa usanza divenne inizalmente comune tra nobili per poi diffondersi in tutta la popolazione e diventare un festival per tutti dal periodo Meiji.

La scelta del 15 novembre come data di festeggiamento ha però diverse possibili origini:

Tsunayoshi Tokugawa – fonte: wikipedia

Una prima teoria è legata a Tsunayoshi Tokugawa (1649 – 1709), militare figlio di Iemitsu e quinto Shogun dell’era Edo, il cui figlio era in gravi condizioni di salute. Si dice che lui pregò per il miglioramento del figlio il 15 di novembre e che grazie a questo si riprese. Da quel momento si pensa che quella data divenne il giorno dello Shichigosan.

Un’altra teoria ricollega invece novembre del calendario lunare all’ ichiyo raifu dell’onmyōdō 陰陽道おんみょうどう, ovvero un mese fortunato. L’onmyōdō era una cultura esoterica che univa scienze naturali e occultismo, molto diffusa nel Giappone medievale.

C’è inoltre chi ipotizza un legame tra il mese di novembre nel quale si ringraziavano i kami per i frutti del raccolto dell’anno e l’auspicio di prosperità dello shichigatsu.

Alcune famiglie osservano lo Shichigosan basandosi sul metodo tradizionale con il quale è calcolata l’età: il kazoedoshi かぞどし. Secondo questo modo di contare gli anni, i bambini alla nascita hanno 1 anno di età e compiono un anno in ogni nuovo anno lunare. Un metodo simile è comunemente utilizzato in Corea per contare la propria età.

L’età dei bambini

A seconda dell’ età del bambino i rituali e le usanze sono diverse e alcune di queste si sono perse nel tempo. In generale però in ognuna di queste tre importanti tappe, il bambino viene portato al santuario per un il rito di purificazione. All’eta di 3 e 5 anni si festeggiano i bambini maschi, metre all’età di 3 e 7 anni le bambine.

3 anni

Fonte :blog.goo.ne.jp

Nel periodo Kamakura i genitori rasavo i capelli dei bambini, maschi e femmine, per i primi tre anni di vita. Dal terzo anno i capelli erano lasciati crescere. Questa usanza prendeva il nome di kamioki かみき, letteralmente “lasciare i capelli”.
Oggi questo uso è scomparso. Oggi le famiglie si limitano ad una semplice preghiera e le bambine vestono l’happi 法被はっぴ, un cappotto tradizionale.

Happi 法被 – fonte: hareginomarusho.co.jp

5 anni

Il primo importante rito per i bambini maschi dell’età di cinque anni è indossare l’hakama, kimono tradizionale giapponese. Questo rito risale al periodo Heian.
Questa importante vestizione si trasformerà in una cerimonia per celebrare la crescita di un bambino di 5 anni dopo il periodo Edo. Nella famiglia imperiale, le cerimonie di vestizione sono ancora praticate sia per gli uomini che per le donne.

Bambino in hakama – Fonte: kidsphoto.info

7 anni

Bambina con Obi – Fonte: cho-ya.co.jp

All’età di sette anni, le bambine possono sostituire le semplici corde utiizzate per legare il proprio kimono e indossare per la prima volta l’obi おび tradizionale. Questo è una fascia che, come una complessa cintura, cinge la vita e permette loro di chiudere il kimono.

L’obi è utilizzato anche dalle donne adulte come accessorio del kimono tradizionale, variando in stili e decorazioni

Lo shichi-go-san oggi

Oggi l’usanza è rimasta praticamente immutata dal periodo Meiji. Le famiglie però non celebrano più i vari rituali esclusivamente il 15 novembre ma in un qualunque giorno del mese.

I piccoli kimono utilizzati sono oggi comunemente presi in affitto da aziende dedicate, dato che il loro costo è molto alto rispetto al periodo (e le occasioni) in cui il bambino può vestirlo.

Inoltre il comune uso di andare al santuario talvolta è sostituito da veri e propri set fotografici presso alberghi o ristoranti, festeggiando così senza nessun rito purificatorio. Non mancano così agenzie che vendono pacchetti completi di kimono, foto ed eventuale viaggio al santuario prescelto.

Chitose ame

Parlando dello Shichigosan, è doveroso menzionare le chitoseame 千歳飴ちとせあめ, particolari caramelle che vengono donate al bamino per l’occasione. Il nome “chitose “ame” significa letteralmente caramella dei mille anni.
Questa caramella ha la forma di un lungo bastoncino spesso di colore rosso e bianco (kōhaku 紅白こうはく), che rappresenta la crescita del bambino ed è simbolo di longevità. Non a caso queste vengono regalate in buste di carta decorate da una gru o una tartaruga, simboli in Giappone di lunga vita e buona salute.

Chitoseame – Fonte:omatsurijapan.com

Foto in copertina: precieux-studio.com

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