丙午 hinoe uma yaoya oshichi

Hinoe uma: l’anno in cui è sconsigliato partorire

In Giappone sono presenti diverse credenze e superstizioni come accade pressochè in tutti i paesi del mondo come ad esempio lo Yakudoshi di cui potete trovare qui l’articolo dedicato.
Oggi approfondiamo invece una diversa credenza popolare ancora oggi molto diffusa in Giappone: l’Hinoe uma 丙午ひのえうま.

La credenza

L’Hinoe uma 丙午ひのえうま,letteralmente “cavallo fuoco”, è il nome che indica uno specifico anno del calendario cinese, il 43°, durante il quale si sconsiglia di partorire un neonato, in particolare se di sesso femminile.
Questa credenza non si collega alla sfortuna, ma si ritiene che i nati durante questo anno possano sviluppare una personalità molto forte, che porterà loro problemi nel prosieguo della vita.
Si crede che a causa di questo temperamento, la nascitura crescerà testarda e pericolosamente caparbia e secondo i più scaramantici gli eventi della vita potrebbero finanche portarla ad uccidere se stessa o il proprio marito.

Questo particolare anno è il 43° anno del calendario cinese, il Kanshi 干支かんし traslitterato Ghanzi. Quest’ultimo è costituito da cicli sessagesimali e ha quindi una cadenza di sessanta anni.
L’ultimo l’Hinoe uma risale al 1966 e il prossimo cadrà a breve, nel 2026.

L’origine

L’origine della superstizione non è certa, ma si pensa possa ricollegarsi sia alle grandi carestie che colpirono il Giappone nel 1786 e 1846 che al famoso racconto ispirato a Yaoya Oshichi, una ragazza di Hongō vissuta nel periodo Edō.

Yaoya Oshichi

Oshichi era la figlia di un fruttivendolo del tempo che a seguito di un grande incendio venne portata al tempio del luogo per proteggersi dalle fiamme. Qui conobbe casualmente Ikuta Shōnosuke, un giovane sacerdote del tempio, e se ne innamorò. Purtroppo però questo era un amore impossibile a causa della posizione del giovane che non gli permetteva di poter avere una relazione con Oshichi. La ragazza però, testarda e innamorata, decise di appiccare l’anno dopo un incendio nella speranza di essere riportata al tempio e poter quindi rivedere il giovane. Questo gesto la portò però ad essere incrimanata, processata e condannata al rogo.

Una curiosità sulla morte della ragazza è che in realtà si sarebbe potuta salvare. Infatti per la legge del tempo i ragazzi con meno di sedici anni che compievano tali reati non potevano essere condannati a morte.
Al tempo i registri dell’anagrafe e le date di nascita erano poco chiari e non sempre precisi, quindi Il giudice al momento di emettere una sentenza chiese più di una volta alla ragazza l’età, cercando conferma del fatto che avesse quindici anni proprio per salvarla. La ragazza però non capendo il “consiglio” del giudice continuò ad affermare di averne sedici. A quel punto il giudice fù così obbligato a condannarla al rogo.

Questa storia divenne famosa ed è stata rappresentata sia nel teatro kabuki che nel bunraku e in danze odori. Esiste anche un memoriale a Tokyo che ricorda la sfortunata ragazza.

Memoriale di Yaoya Oshichi

Le statistiche

Grafico della nascite in Giappone secondo il MOFA

Per comprendere quanto la credenza abbia ancora influenza sulla popolazione giapponese, si decise di analizzare i dati statistici in merito alle nascite del 1966, anno del più recente Hinoe uma. Risultato? Si riscontrò un fortissimo calo di nascite durante quell’anno, con una natalità scesa dai 18,6 per migliaio di abitanti dell’anno precedente ai 13,7. Quindi circa 460 mila nascite in meno.

A questi dati si aggiungono i risultati di alcuni questionari svolti al tempo che confermavano la ritrosia delle persone a partorie per paura di figlie problematiche e pericolose.

In modo similare si cercò di analizzare i dati del 1906, che seppur più difficili da reperire, confermarono il trend negativo durante l’Hinoe uma. Addirittura alcuni studiosi ritiengono possibili infanticidi o “negligenze” mediche in caso di nuovi nati troppo deboli.

Ad oggi si attende il 2026 per comprendere quanto ancora oggi sia forte questa superstizione tra i giapponesi.

Conclusione

Riflettendo sull’Hinoe uma e sulla storia di Oshichi, ragazza innamorata, testarda e forse ancora troppo ingenua, realizziamo che talvolta dietro una superstizione non c’è nulla di occulto, esoterico o religioso ma semplicemente una diceria che in questo caso è basata su un giovane amore mai nato. Vicenda che nel tempo è diventata credenza ma anche racconto da tramandare, opera di teatro o danza fino ad essere ricordata finanche con un memoriale.
La storia riecheggia fino ai giorni nostri, anche se non tutti i giapponesi conoscono il legame tra questa e la credenda dell’Hinoe uma.


Chissà, forse in qualche modo questa superstizione potrebbe essere una piccola “vendetta” di una ragazza che arsa per amore, vuol “proteggere” le altre ragazze da questi dolori. Ma forse ho solo troppa fantasia…

Fonti:
Wikipedia Hinoe uma
Wikipedia Yaoya Oshichi
– Childbearing in Japanese Society by Gunnella Thorgeirsdottir
– Influence of a Folk Superstitionon Fertility of Japanese in California and Hawaii, 1966 KANAE KAKU, MD, MSPH Y. SCOTT MATSUMOTO

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