La nascita mitologica del Giappone

Ogni civiltà al mondo ha una mitologia che racconta l’origine del proprio popolo o del mondo stesso. Molte di queste sono tramandate in racconti orali come nel caso di antiche tribù, altre sono diventate le fondamenta di una religione. L’esempio più vicino al mondo occidentale cattolico è la genesi biblica con la creazione dell’eden e la nascita del mito di Adamo ed Eva.

Ma vi siete mai chiesti se esiste una genesi nella mitologia giapponese? E cosa racconta?

Il Kojiki

Kojiki

Per approfondire la mitologia giapponese è necessario attingere al testo più antico nella storia giapponese: il Kojiki 古事記, letteralmente “registro di antichi fatti“.

Questo testo è certamente considerabile tra i libri più importanti nella letteratura e nella storia del Giappone. In esso si intrecciano storia, miti e leggende di una millenaria tradizione orale. Nel Kojiki si descrive la nascita dell’arcipelago giapponese, dei kami del pantheon shintoista, e si ripercorre l’intera linea imperiale, collegando e giustificando l’origine divina del sovrano del tempo. Inoltre il Kojiki travalica il “semplice” status di libro sacro per lo shintoismo, rappresenta la prima narrativa in lingua giapponese a noi pervenuta. Infine nello scritto è possibile anche rintracciare delle informazioni storiche di eventi accaduti. Il kojiki è così prezioso sia per fattori storici che religiosi e linguistici.

La sua stesura avvenne tra il 711 e il 712 d.C. per mano di Ō no Yasumaro, nobile e burocrate di corte, sotto richiesta dalla principessa Genmei con la possibile collaborazione di un certo/a Hieda no Are. I fini della sua scritturano erano molteplici: dare una discendenza divina alla famiglia imperiale e ai clan ad essa legati, e riunire i miti orali dell’antico Giappone.

Esiste anche un altro testo di poco successivo al Kojiki, il Nihon Shoki, dove sono state riscritte in modo più dettagliato e approfondito la mitologia e la storia del Giappone. A differenza del Kojiki, il Nihon Shoki è scritto in cinese antico e risulta essere meno autoctono in quanto intrecciato con vari elementi importati dalla tradizione della Cina.

E al principio era il caos..

La genesi raccontata nel Kojiki e nel Nihon Shoki descrive l’inizio del tutto come un sistema caotico, materia informe immersa nel silenzio assoluto. Da questa muta massa si cominciò a udire un suono: erano le particelle che si cominciarono a muovere e spostare verso l’alto insieme alla luce. Ma essendo quest’ultima più veloce, la materia rimase più in basso formando il cielo e le nubi, il Takamagahara 高天原, letteralmente”Altopiano del Cielo”. Le particelle più in basso formarono invece la terra.

Secondo il mito si apparvero tre divinità: Amenominakanushi (天之御中主神), Takamimusubi (高御産巣日神) e Kamimusubi (神産巣日神) seguite poi da Umashi-ashi-kabi-hikoji 宇摩志阿斯訶備比古遅神 e Ame-no-toko-tachi (天之常立神). Queste furono le prime cinque divinità del pantheon shintoista, le Kotoamatsukani 別天神.

Queste prime cinque divinità sono considerate asessuate a differenza di buona parte di quelle poi descritte nel testo. Le divinità elencate nel Kojiki e nel Nihon Shoki, spesso con lunghi e complessi nomi, sono innumerevoli e fanno capolino nella lettura per poi scomparire. La grande diversità rispetto al panthon greco è la minore caratterizzazione di buona parte di queste divinità. Molte vengono create da semplici abluzioni o persino da escrementi di altre divinità. Non se ne narrano le gesta e di molte non si conosce nulla se non il nome stesso.

A seguito dell’apparizione del Kotoamatsukani emersero le Kamiyo-nanayo (神世七代), le sette generazioni, costituite dalle prime due asessuate e dalle restanti cinque in coppia. L’ultima di loro è formata da Izanami (lei) e Izanagi (lui), la coppia a cui fu affidato il compito di generare l’arcipelago giapponese, il Kuniumi 国産み e tutte le altre divinità, il Kamiumi 神産み.

La nascita del Giappone e dei Kami

Secondo la tradizione Izanagi e Izanami ricevettero dalle generazioni precedenti una lancia sacra ricoperta di gemme preziose che usarono per muovere la massa informe di particelle che formavano la terra. Dalle gocce d’acqua salata che caddero dalla punta della lancia si formò la prima isola: Onogoroshima. Lì discesero ed eressero una colonna sacra e un’ampia dimora.

La scoperta del corpo..

Un’interessante visione dell’antica cultura giapponese nei rapporti uomo-donna ci viene data dal proseguo della narrazione. Izanami e Izanagi si racconta che cominciarono a scoprire i propri corpi e decisero di provare a “incastrarsi” per scoprire cosa potesse accadere. Di comune accordo decisero di girare intorno alla colonna e di procedere all’unione come stabilito. Izanami andò verso destra, Izanagi verso sinistra. Quando si incontrarono Izanami prese la parola per prima elogiando la bellezza di Izanagi, il quale ricambiò il complimento ma l’ammonì per aver parlato per prima. I due decisero comunque di procedere all’accoppiamento ed ebbero un figlio, Hiroko. Questi risultò però deforme e mostruoso e lo abbandonarono alla corrente delle acque.
I due allora ascesero al Takamagahara per chiedere alle divinità superiori cosa avesse provocato tali malformazioni. Venne loro risposto che la causa era stato il comportamento di Izanami. Sarebbe stato Izanagi a dover approcciare per primo Inzanami, e solo dopo lei avrebbe potuto parlare. Così fecero e una dopo l’altra nacquero le isole che compongono l’arcipelago giapponese.

Le unioni di Izanagi e Izanami continuarono finchè Izanami non mise al mondo Kagutsuchi, divinità del fuoco, che le ustionò i genitali portandola alla morte. Izanagi, in preda al dolore, decapitò Kagutsuchi con la sua spada, l’Ame no Ohabari, e tagliò il suo corpo in otto pezzi, che divennero otto vulcani. Inoltre dal cadavere stesso di Kagutsuchi si crearono numerose divinità.

La nascita di Kagutsuchi, nella mitologia giapponese, arriva alla fine della creazione del mondo e segna la metafora della morte. Izanagi furibondo e disperato provò a seguire Izanami fino allo Yomi, il mondo dei morti, ma pur trovandola non riuscì a salvarla dalla morte. Ma le vicende narrate e le conseguenze dei fatti sono tutt’altra storia!

Fonti:
Wikipedia
sengokuera.wordpress.com