Il Sol Levante è terra di arti, antiche cerimonie, tecnologia e…credenze popolari. Quella di cui parliamo oggi è una vera e propria superstizione tutt’oggi ampiamente diffusa: lo Yakudoshi 厄年.
La credenza
Lo Yakudoshi 厄年 significa letteralmente “anno pericoloso” e rappresenta una serie di anni ben precisi della vita di ogni individuo che vengono considerati sfortunati e portatori di calamità.
L’infausto periodo che colpisce la persona non è solo un anno, ma più anni durante la propria vita. Inoltre questo differisce nel caso di donna o uomo.
Secondo la credenza più comune, gli anni che si ritengono più sfortunati per l’uomo sono 25, 42 e 61, mentre 19, 33 e 37 per la donna. E tra questi in particolare il 42 per l’uomo e il 33 per la donna sono gli anni di massima sfortuna, chiamati infatti daiyakudoshi 大厄年, ovvero anni di grande pericolo.
Esclusi questi anni almeno possiamo sentirci salvi? ni. Infatti sia l’anno che precede lo yakudoshi, il maeyaku 前厄, che l’anno che lo segue, l’atoyaku 後厄, sono comunque sfortunati. Di meno ma lo sono. Per completezza, l’anno dello yakudoshi è chiamato honyaku 本厄.
Approfondendo le ricerche riguardo a questa credenza si scopre che nel periodo Heian (XII secolo) erano ancor di più gli anni ritenuti sfortunati (13, 25, 37, 49, 61, 73, 85, 97) e a seconda del periodo storico si riscontravano sempre delle varianti.
L’origine dello Yakudoshi
Non è semplice dare con certezza l’origine di questa superstizione, ma si pensa che derivi dall’omyōdō, il sistema astrologico cinese anche se nel tempo è stato alterato con credenze e pratiche del Giappone antico. Certamente si riconosce oggi uno stretto legame dello yakudoshi con lo shintoismo.
La similitudine con alcuni concetti dello “Yin e Yang” lo ricollegano proprio alla cultura cinese. Se questi concetti si basano sull’equilibrio di bene e male come elementi contrapposti ma che si completano vicendevolmente, lo Yakudoshi ne richiama il senso di contrasto. Quest’ultimo infatti riconosce la presenza della fortuna nel mondo e la sua assenza come conseguenza dell’equilibrio e similarmente al calendario cinese e al suo vasto uso astrologico, permette di predire l’età di maggior sfortuna della persona.
Come si calcola lo Yakudoshi?
Per calcolare lo Yadudoshi si deve utilizzare il kazoedoshi 数え年, ovvero l’antico metodo di calcolare gli anni (che caratterizza comunque buona parte dei popoli dell’Asia orientale).
Secondo il kazoedoshi si considera che un neonato abbia già un anno al momento della sua nascita e per calcolare il proprio yakudoshi bisogna aggiungere un anno ogni capodanno.
Per calcolare il vostro potete utilizzare questo sito (in giapponese) ma ricordate di inserire la vostra data di nascita secondo le ere dinastiche giapponesi.
I rimedi
Lo yakudoshi è strettamente legato allo shintoismo, quindi per proteggersi dalla sfortuna è uso comune visitare un santuario e pregare i Kami 神 (gli dei dello shintoismo), lasciare un offerta e chiedere la loro protezione. Inoltre spesso si acquistano amuleti portafortuna, gli Omamori お守り, che il santuario vende a circa 500 o 1000 Yen.
Se si desidera qualcosa di più radicale e sicuro è possibile ricorrere ad un rito di purificazione (o esorcismo), un Oharai お祓い, che nel caso dello Yakudoshi prende il nome di Yakubarai 厄祓い. Esiste inoltre anche un altro rito di purificazione che ha il medesimo scopo ma che si svolge in un tempio buddista e non in un santuario shintoista e prende il nome di Yakuyoke 厄除け.
Ovviamente tanta protezione ha un costo che si quantifica in circa 5000 Yen, cifra che può variare a seconda del tempio/santuario a cui ci si rivolge.
Al fine di proteggere la persona sin dall’inizio dello yakudashi molti santuari officiano questi riti ad inizio anno durante dei festival, come nel caso di Hachiman. Nel rituale il sacerdote purifica i presenti agitando l’haraeguchi 祓串( o con lo shimenawa 注連縄).
È comunque buona abitudine quella di evitare grandi cambiamenti nella propria vita durante il triennio del daiyakudoshi, come lo sposarsi, il cambiare lavoro, trasferirsi, ecc..
Conclusione
Come ben sappiamo anche in Italia non mancano le superstizioni o i riti per scacciare la sfortuna, e conoscere queste credenze ci ricorda quanto popoli geograficamente distanti e dalla cultura così diversa abbiano in realtà in comune molto più di quanto si possa pensare.
Comunque io per sicurezza mi procuro sia un corno rosso che un omamori, non si sa mai…
Fonti:
Yabai
japanwondertravel
Wikipedia
Ecco alcuni testi per approfondire lo shintoismo ed i suoi affascinanti riti: