I registri linguistici del giapponese

I registri linguistici della lingua giapponese

Parlare bene giapponese: la forma giusta al momento giusto

Esprimersi correttamente in giapponese è un aspetto fondamentale nei rapporti che intercorrono tra le persone ed è strettamente legato al nostro interlocutore ed al contesto nel quale ci troviamo.
L’ utilizzo di una forma al posto di un’ altra potrebbe tradursi in un atteggiamente poco rispettoso verso il nostro interlocutore e specialmente in contesti lavorativi e formali, può portare fraintendimenti ed errori di comunicazione.

Per esprimerci al meglio è bene approfondire e padroneggiare i diversi registri linguistici del giapponese prendendo in considerazione principalmente sei fattori:

  1. Il livello di familiarità con l’interlocutore al quale ci rivolgiamo.
  2. L’ età tra gli interlocutori o in generale gli anni di anzianità. In una società gerarichica come quella giapponese è bene utilizzare il linguaggio più adatto se ci rivolgiamo ad un 先輩せんぱい con più esperienza o ad un 後輩こうはい.
  3. Se l’ interlocutore fa parte dell’ うち o del そと. Nel primo caso utilizzeremo un linguaggio meno formale e più colloquiale mentre nel secondo si è obbligati ad espremersi con ripetto e a diversi livelli di deferenza.
  4. Il contesto lavorativo.
  5. Generalmente tra persone dello stesso genere e livello si tende ad utilizzare un linguaggio meno formale.
  6. Il buon senso!

Perchè imparare i registri linguistici della lingua giapponese ?

Questo rigido sistema linguistico non va considerato, come talvolta avviene, un aggiunta di orpelli o abbellimenti di sorta, ma esprime chiaro rispetto e deferenza di linguaggio, caratteristiche portanti della lingua nipponica come dell’ intera società cerimoniosa del Sol Levante.
Ritengo che utilizzare i registri linguistici del giapponese correttamente connota una superiore conoscenza linguistica, trasmette al nostro interlocutore la dedizione e l’ impegno profuso nello studio dell lingua e della cultura sulla quale poggia le basi.

Ognuna delle forme più avanzate va studiata durante il percorso di studi a seconda del proprio livello. Questo non deve scoraggiare il neofita che si è approcciato da poco alla lingua e legge questo articolo, questi avrà certamente tempo per apprendere il linguaggio onorifico dopo aver padroneggiato le basi della grammatica. Generalmente le forme onorifiche si studiano alla fine della preparazione per l’ esame JLPT N4.

Il quadro generale dei diversi registri linguistici del giapponese e del linguaggio relazionale giapponese può essere così suddiviso:

普 通 体ふつうたい – fūtsutai

Letteralmente “forma comune“, è quella utilizzata con i familiari e gli amici. Generalmente viene anche chiamata “forma piana“, ed è tra le prime forme che si imparano nello della lingua giapponese insieme con la 丁寧語ていねいご. Questa forma caraterizza il linguaggio informale e viene parlato principalmente da pari grado.

タメぐち Tameguchi – タメ Tamego

Questo registro linguistico del giapponese (chiamato sia タメぐち che タメ ) è equiparabile ad uno “slang“, ovvero un linguaggio molto informale, talvolta idiomatico e ricco di abbreviazioni di vario genere, particelle omesse o storpiature. È un linguaggio che cambia nel tempo, contaminato dalle mode e dalla mutevolezza delle generazioni e della società. Come facilmente immaginabile si utilizza unicamente con persone a noi molto vicine e di pari livello.

敬語けいご – keigo 標準語

Letteralmente “linguaggio rispettoso” è il registro linguistico giapponese formale ed è suddiviso secondo i linguisti in cinque diverse categorie principali, o meglio tre classicamente riconosciute più due recentemente categorizzate:

丁寧語ていねいご – Teneigo

Rappresenta il linguaggio cortese e formale, il primo che uno studente di giapponese trova nei propri testi e comincia a studiare. È infatti il registro più duttile che si adatta con facilità alla maggiorparte delle situazioni. Coincide con la comune forma ます e です. Non mi soffermo su questa forma dato che è la più comune e facilmente riconoscibile.

尊敬語そんけいご – Sonkeigo

Questa si utilizza alla seconda e terza persona per sottolineare lo stato superiore dell’ interlocutore rispetto al parlante. Esprime deferenza e non si usa mai in riferimento a sè. Generalmente la si utilizza in contesti particolarmente formali, a lavoro con i propri superiori e in generale quando ci riferiamo a persone nella sfera del そと. Questa forma è esprimibile in più modi, ma per un analisi dettagliata della sua grammatica e costruzione vi rimando al relativo articolo.

謙譲語けんじょうご – Kenjōgo

Questo registro si utilizza per contesti formali ed esprime deferenza verso l’ interlocutore evidenziando il livello inferiore del parlante. Al contrario del 尊敬語そんけいご questa forma si utilizza esclusivamente per le proprie azioni o per riferirsi ad azioni compiute da chi è a noi vicino. Per maggiori informazioni sulla costruzione di questa forma vi invito a leggere il relativo articolo.

丁重語ていちょうご – Teichōgo ( 謙譲語けんじょうご II )

I linguisti hanno categorizzato questo registro del giapponese solo recentemente e talvolta viene considerato come un derivante dal 謙譲語けんじょうご, non a caso spesso è chiamato 謙譲語けんじょうご II. A differenza di quest’ ultimo però non esprime necessariamente deferenza o rispetto, ma cortesia verso l’ ascoltatore.

美化語びかご – Bikago

Letteralmente “lingua dell’ abbellimento”, è una forma che è stata categorizzata recentemente come facente parte del 敬語けいご e spesso utilizzato insieme col 丁寧語ていねいご. In generale ha l’ obiettivo dell’ abbellimento del linguaggio rendendolo più elegante.


Padroneggiare e comprendere la differenza dei diversi registri della lingua giapponese è arduo sia per chi studia la lingua, ma spesso anche per i giapponesi stessi. Certamente approfondirne la struttura e le forme ci aiuta a comprenderne sia le sfaccettature linguistiche che sociali, specchio di una rigida struttura piramidale.
Infine vi ricordo che la lingua non è l’ unico strumento di comunicazione, in particolare in Giappone anche il corpo ha una funziona fondamentale nel linguaggio relazionale. È infatti una prassi comune accompagnare il linguaggio cortese ed onorifico con eventuali inchini o gesti a seconda della situazione.
Per chi possa sentirsi scoraggiato, vi invito ad immaginare questo percorso studio come un percorso non solo prettamente grammaticale e legato troppo sterilmente alla lingua ed alla sua morfologia. Lo studio del giapponese è un viaggio anche verso una cultura ed una società affascinante ma complessa che si riflette inevitabilmente anche sulla lingua. Quindi, buon viaggio!

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