La magia tradizionale giapponese: il Tezuma

Tra le arti del Giappone in pochi sanno che ne esiste anche una tradizione legata alla magia come forma di spettacolo e intrattenimento, il Tezuma. Questa forma d’arte ha antiche origini, ma dal periodo Meiji in poi è andata scomparendo in favore della prestidigitazione occidentale.

Tezuma o Wazuma?

Il termine “tezumaづま è composto da due ideogrammi che significano “mani come il fulmine”. Il secondo ideogramma è il medesimo utilizzato per “moglie” ma in giapponese si può trovare anche in acune parole che indicano l’agente atmosferico come ad esempio いなづま, “lampo del fulmine”. Non a caso esiste la famosa serie di videogiochi di calcio chiamata Inazuma Eleven, gli “unidici lampi”.

In realtà l’origine della parola è più complessa, infatti l’ideogramma tsuma 妻 non indica semplicemente “moglie” ma in generale porta l’antico significato di “accanto a”. La moglie era infatti colei che stava accanto al marito, il fulmine cade accanto ai campi. Così tezuma indica “le dita”, quello che si trova “accanto alla mano”, volendo significare un “lavoro di dita”.

Comunque l’origine dell’arte dell’intrattenimento giapponese affonda nel sarugaku, del quale avevo già accennato in merito alla nascita del teatro Nō. Il sarugaku era un intrattenimento paragonabile al circo moderno, importato dalla Cina intorno all’VIII secolo con spettacoli di saltinbanchi, giocolieri, danzatrici e artisti di vario genere. Da questo calderone artistico derivano alcune delle maggiori arti del Giappone tradizionale, dal teatro al Tezuma.

Sarugaku

Nel XVII secolo furono finanche scritti vari libri sulle tecniche del tezuma e sui suoi giochi principali che venivano messi in scena dagli artisti del tempo.

L’uso del termine tezuma è però cambiato nei tempi moderni, infatti dal periodo Meiji (1868 – 1912) in poi si è preferito usare “wazumaづま per indicare l’antica arte della magia giapponese. L’ideogramma porta con sè il significato di “Giappone” e si usa generalmente per indicare tutto quel che ha un origine tradizionale giapponese.
Il termine tezuma oggi è usato raramento e indica in generale tutto il mondo della magia, compreso il mondo dell’illusionismo e della prestidigitazione occidentale.

I giochi

Il tezuma, o wazuma, a differenza della comune arte della magia dell’occidente, porta con sè un valore aggiunto: la narrazione.

La magia occidentale ha come scopo ultimo quello di intrattenere meravigliando lo spettatore, rendere l’impossibile qualcosa di possibile e regalare al pubblico la sensazione del fantastico.
L’intrattenimento nel wazuma non mira unicamente a sbalordire l’osservatore ma vuole veicolare un messaggio attraverso una allegoria artistica. Nella sue essenza si trova il concetto tutto giapponese del mitate 見立て, traducibile superficialmente come “metafora“.

Il mitate è un concetto che attinge il suo significato nella filosofia zen e si trova in buona parte delle arti del Giappone, soprattutto in quelle più introspettive come il bonsai, la pittura ukiyo-e o gli stessi giardini zen. È così un modo altro di osservare, che strizza l’occhio alla filosofia, dove la libertà sensoriale visiva permette all’osservatore di visualizzare il tutto da una sua parte; così nel giardino zen una chiazza di muschio diventa foresta, una pietra una grande montagna e dei granelli di sabbia mutano in mare.

La danza della farfalla

Uno dei giochi più famosi e rappresentativi de tezuma è il kochō no mai 胡蝶こちょうまい, la danza della farfalla.
Durante questo spettacolo l’artista replica l’intero ciclo vitale della farfalla utilizzando semplicemente dei pezzi di carta e il ventaglio, oggetto onnipresente nella cultura giapponese.
Inizialmente un pezzeto di carta, la cui forma ricorda quella di una farfalla, viene fatto librare nell’aria e mantenuto in sospensione mediante i sapienti gesti del performer. Quindi si aggiunge un secondo pezzetto di carta che simula una seconda farfalla e i loro movimenti simulano la loro caratteristica “danza”. Il loro è un incontro d’amore al quale seguiterà la lenta morte dei due insetti. La scena culmina però con la nascita di mille piccole farfalle, rappresentate da piccoli pezzetti di carta, atto che conclude l’ideale ciclo di vita di ogni essere vivente.

Taijyu Fujiyama

Esistono altri giochi famosi come il kamiudon 紙うどん, il trasformare della carta in degli spaghetti udon, il renri no kami レンリの髪, il tagliare in 12 parti un foglio per creare un sorta di “festone” di carta, il samutai サムたい, farsi legare i pollici per poi riuscire a farli passare attraverso qualcosa, ecc..

Nei vari spettacoli di tezuma, l’artista è generalmente accompagnato da musicisti tradizionali che scandiscono la perforance con melodie classiche e strumenti della tradizione giapponese come ad esempio shamisen e taiko. Anche il vestiario del performer è quello tradizionale, indossa infatti il kimono.

Kohtaro Fujiyama

Conclusione

Oggi il tezuma sta cedendo sempre più il passo alla magia dell’occidente, ed è sempre più difficile trovare degli artisti che ne seguono la tradizione. Non di rado gli stessi giapponesi non conoscono nè il termine tezuma che wazuma, essendo diventata una forma artistica molto di nicchia che rischia di cadere nel dimenticatoio.

Tengo però a citare alcuni artisti come Shintaro Fujiyama, Kohtaro Fujiyama, Taiju Fujiyama o Maki Kitami che portano ancora avanti quest’antica arte e lottano per tenere viva la fiamma dell’arte. Inoltre esiste anche un manga, Wazumashi Icchō 和妻師 一蝶, che tratta il mondo del tezuma.

Si può unire magia e poesia? Il giappone ci insegna che è possibile.

In copertina Taijyu Fujiyama

Fonti:
Wikipedia
luxury-travel-japan.com
mice-navi.jp
shakkei.it