Wadokei: misurare le ore al tempo dei Samurai!

La misurazione del tempo è qualcosa che oggi diamo per scontata ma che in realtà nasconde molte curiosità e la storia di una cultura. In occidente abbiamo sviluppato diverse metodologie e strumenti per misurare il tempo, che sia una meridiana, un orologio a pendolo o da polso. Il tempo è comodamente suddiviso in ventiquattro ore e nulla sembra che possa mettere in dubbio questa suddivisione nata con i sumeri nel XXI secolo a.C. e giunta fino a noi, o no?

Il Giappone è oggi famoso proprio per brand e meccanismi di alta orologeria, si pensi ad esempio a Citizen, Seiko, Casio o Orient Watches. Tutte queste grandi aziende hanno avuto però origine nel ‘900. Infatti prima dell’occidentalizzazione il tempo nella società nipponica era scandito in modo diverso. Questo non riguardava solo il modo di misurare le ore del giorno ma anche la suddivisione dell’anno e il calendario utilizzato. Questi metodi di misurazione ricordano non sono dissimili da quelli usati dagli ottomani e nell’impero romano.
In questo articolo ci soffermiamo però sul particolare modo di scandire la giornata al tempo dei Samurai, basato sulle ore temporali dei wadokei.

I primi orologi in Giappone

Mizudokei

Gli orologi che comunemente erano utilizzati in Giappone nell’antichità erano quelli ad acqua. Se ne accenna finanche nel Nihon Shoki, famoso testo di cronache antiche dell’VIII secolo, che racconta che l’imperatore Tenchi ne avesse finanche costruito uno. Questo genere di orologi erano chiamati rōkoku ろうこく o semplicemente mizudokei みずけい.

I rōkoku cominciarono a scomparire nel XVI secolo con l’arrivo del missionari cristiani che introdussero in Giappone i primi orologi meccanici, precisamente “orologi a lanterna”. Questi strumenti di misurazione del tempo erano un’assoluta curiosità ma poco utili al fine di sapere che ore fossero dato che il modo di misurare il tempo era completamente diverso per i giapponesi.
L’arrivo del primo orologio in Giappone avvenne nel 1551, donato dal missionario Francis Xavier al daimyō Ouchi Yoshitaka. Tra missionari e doni papali, gli orologi meccanici arrivarono finanche al grande guerriero e unificatore del Giappone Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e allo shogun Tokugawa Ieyasu.
Questi orologi diventarono nei secoli ricercati oggetti da collezione da esporre ma non certo strumenti utili per scandire il tempo.

I wadokei

L’influenza dei missionari e la diffusione di questi oggetti d’arte portò ad un grande interessamento dei giapponesi verso questi ingegnosi misuratori del tempo occidentali, portando a studiarli e crearne di nuovi durante il periodo Edo. Nacquero così i wadokei けい, letteralmente orologi giapponesi.
Questi orologi vennero costruiti e adattati al sistema di misurazione usato in Giappone al tempo, Sistema di cui parelerò a breve.

Karakuri Ningyō

La tecnica di costruzione di questi orologi si fece sempre più affinata in concomitanza con lo svilupparsi della meccanica di precisione, di cui un esempio famoso sono le karakuri ningyō からくり人形にんぎょう, letteralmente “bambola meccanica”. Le karakuri sono delle bambole tradizionali meccaniche, antesignane dei moderni robot. L’epoca d’oro delle karakuri ningyō fu il periodo Edo quando abili artigiani ne costruirono esemplari unici (e cari) che potevano finanche scrivere ideogrammi o servire il tè!

La massima espressione dell’arte orologiera giapponese si ebbe con Tanaka Hisashige che nel 1851 inventò il Mannen Jimeishou 万年自鳴鐘, letteralmente “campana dei diecimila anni che suona automaticamente”. Si tratta di un orologio azionato da una molla che può mostrare l’ora in 7 modi diversi: l’ora occidentale, il giorno della settimana, il mese, le fasi lunari, l’ora giapponese e il periodo solare. Inoltre la carica a molla dura per un intero anno.

La diffusione e l’uso dei wadokei termina con la restaurazione Meiji, quando nel 1868 il governo giapponese ufficializzò l’uso del sistema occidentale e del calendario solare.

Le ore temporali

Questo metodo di misurazione del tempo nell’arco della giornata non è a noi del tutto estraneo. Se ne trova infatti traccia anche traccia nelle sacre scritture e viene infatti anche chiamato “ore canoniche”, perché scandivano la preghiera cristiana. Ne esistono comunque diverse variazioni e quella giapponese prevedeva che un giorno fosse diviso in 12 ore, sei di luce e sei di buio seguendo il naturale alternarsi di giorno e notte.
Le ore che noi comunemente utilizziamo sono fisse ed hanno tutte la medesima durata. Nel caso delle ore temporali invece variano a seconda della stagione; durante l’inverno infatti le giornate sono molto più brevi rispetto all’estate. Così la misurazione si adattava a questo andamento della luce, accorciando o abbreviando le ore diurne da quelle notturne seguendo il ritmo di alba e tramonto.

L’orologio aveva sei ore numerate, dalle nove alle quattro, che contavano all’indietro da mezzogiorno a mezzanotte; i numeri delle ore uno, due e tre non erano usati in Giappone per motivi religiosi, perché questi numeri si associavano alle preghiere buddiste. Questa suddivisione era chiamata akemutsu つ durante il giorno e kuremutsu くれつ di sera. Il conteggio avveniva inverso perché i primi orologi artificiali giapponesi utilizzavano la combustione dell’incenso per scandire il tempo. L’alba e il tramonto erano quindi entrambi segnati come sesta ora nel sistema di misurazione del tempo giapponese secondo la seguente progressione: 6 (alba),5,4,9,8,7,6(tramonto),5,4,9,8,7, 6(alba)….
Inoltre ad ogni ora della giornata era accostato anche un animale dello zodiaco cinese.
Gli orologiai nipponici sperimentarono cosi diversi modi per visualizzare il tempo nei wadokei come ad esempio lancette movibili a seconda della stagione.

Se questo metodo scomparve in occidente intorno al XII secolo, in Giappone venne abolito a fine XIX secolo con la restaurazione Meiji, come accennato in precedenza, portando inizialmente non pochi problemi alla popolazione.

Orologeria giapponese oggi

Il cambio di misurazione non segnò la fine della verve innovatoria degli orologiai nipponici e l’eredità del wadokei continua a vivere attraverso i produttori di orologi che si sono fatti conoscere in tutto il mondo grazie alla loro costante attenzione alla qualità e alla cura dei dettagli.

Se si vuole approfondire il mondo dei wadokei ed in generale dell’orologeria giapponese è coldamente consigliato visitare il The Seiko Museum a Ginza, famoso quartiere di Tokyo.

Orologio di Masahiro Kikuno

Proprio recentemente è nato finanche un wadokei da polso creato a mano dal mastro orologiaio Masahiro Kikuno. Qualora vogliate acquistare questo piccolo un capolavoro di ingegneria, sappiate che ha un costo di circa 150 mila euro…. Io lo acquisterei subito, ma non ho fretta, diciamo che “c’è tempo”..

Fonti:
Wikipedia
jcwa.or.jp
ny.us.emb-japan.go.jp
sundials.eu