La pedofilia nel Giappone moderno: pubblicità, manga e anime

La sessualità in Giappone è un tema complesso e difficoltoso da trattare, ma in questo articolo voglio soffermarmi su un fenomeno ampiamente diffuso che agli occhi di un occidentale (e non solo) è spesso di difficile spiegazione. Mi riferisco alla costante presenza di figure adolescenziali in pose ammiccanti e talvolta spregiudicate in manga, anime, pubblicità e prodotti di ogni sorta.

Com’è possibile che in Giappone questo sia considerato legale ma paradossalmente si censurino poi le parti intime in un comune filmato pornografico? Quale metro di giudizio si ha in merito a cosa sia morale o no in Giappone?

Quando l’arte diventa arte?

Definire il concetto di arte è complesso e non è raro trovare persone che percepiscano in modo completamente diverso una stessa opera.
Un po’ a tutti è capitato di sentire esclamare o di dire in prima persona “è questa sarebbe musica?” in occasione dell’ascolto dell’ultima hit di turno (mi riferisco alla trap? no.. ma che pensate?-.-).
L’arte è personale, un’espressione intima dell’animo umano che attraverso un’opera veicola un messaggio, sia esso positivo o negativo. Quest’espressione si manifesta sotto le forme più disparate; musica, scultura, scrittura, teatro, pittura e ancora con tutte le possibili forme attraverso cui comunicare o rappresentare se stessi.

Il manga, ed il fumetto in generale, è certamente annoverabile come forma d’arte. In Giappone ne esistono di ogni genere e sotto-genere, declinati in mille varianti e per tutti i palati. Tra tutti non mancano quelli erotici e tra questi riscontrano particolare successo in patria quelli con protagoniste innocenti ragazzine. La loro età non è mai dichiarata ma è non è difficile comprendere che si tratta di adolescenti, se non di bambine.

Il fenomeno non riguardo unicamente quella sfera di opere con contenuti espliciti, ma basta fare una passeggiata per una della grandi metropoli giapponesi per accorgersi di cartelloni pubblicitari o muri tappezzati di disegni di ragazzine con atteggiamenti licenziosi, tendenziosi o semplicemente con vestitini succinti.

In molti paesi del mondo questo genere di lavori sono stati vietati perché considerati al pari di materiale pedopornografico o tendenti ad esserlo. In Giappone gli appelli perché si mettesse un freno a queste opere non sono mancati ma hanno sempre trovato una durissima opposizione.

Sostenitori del fenomeno

L’opposizione verso la messa al bando di queste rappresentazioni trova sostenitori sia tra chi è diretto fruitore del prodotto che tra chi lo ritiene semplicemente una delle tante forme di morbosità messe su carta.
I sostenitori ritengono che vietare la produzione di manga erotici con protagonisti ragazzini e ragazzine equivarrebbe a violare la libertà di espressione di un artista. Le rappresentazione di stupri o in genere atti sessuali sono fantasie, non vi sono reali vittime ma mera finzione, anche se avvengono su adolescenti. Le persone dovrebbero essere libere di esprimersi e di fruire del prodotto che preferiscono, anche se raffigurano qualcosa di più estremo o moralmente deprecabile.
Si ritiene che se qualcuno considera offensive certe opere non è certo obbligato ad acquistarle e una legge che ne vieterebbe la vendita non dovrebbe essere basata sul disgusto e sulla percezione di una parte della popolazione. Non è raro inoltre che vengano equiparati i diritti di chi appoggia questi manga a quelli delle minoranze LGBTQ+.

Inoltre nelle opere si rappresentano in genere abusi o violenze che in realtà nascono soltanto come tali ma che si scoprono poi essere perversioni stesse di chi inizialmente le subisce. In parole povere, la ragazzina di turno è poi contenta di essere abusata, ha anzi la possibilità di dar sfogo ad un recondito e perverso piacere nascosto. Quindi la violenza non è più tale.

Alcuni mangaka hanno poi dichiarato che le loro opere celano alla base un loro reale desiderio di avere rapporti con minori. Ma al contempo creare e fruire di queste opere permetterebbe loro di sublimare i propri istinti, esprimere le proprie fantasie e viverle su carta evitando di sfogarle realmente su minori. Sotto questa interpretazione l’opera diventa quindi catartica e terapeutica.

Oppositori del fenomeno

Gli oppositori a queste opere sostengono che le immagini che illustrano abusi su minori potrebbero normalizzare o portare a un aumento del rischio di abusi sessuali da parte di chi vuole mettere in atto proprio quelle fantasie. Il fatto che sia forse terapeutico per taluni, non garantisce automaticamente che per altri non diventi un incentivo a mettere in pratica le fantasia lette o viste.

Inoltre alcuni sostengono che anche la semplice rappresentazione di personaggi giovanissimi nelle pubblicità come forma di promozione accattivante possa essere pericolosa. I bambini che durante la crescita vengono in contatto quotidianamente con questo genere di prodotti e immagini potrebbero ritenere accettabile essere sessualizzati, diventando potenzialmente perfino bersagli suscettibili di adescamento da parte di pedofili.

Quali sono oggi le regole?

Nel 2014 il Giappone ha vietato il possesso di materiale pedopornografico – ultimo dei 38 Paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico a farlo – e stabilendo che chiunque venga trovato in possesso di tali immagini può essere incarcerato fino a un anno o multato fino a 10.000 dollari. Tralasciando le considerazioni sulla severità o meno della pena, questa legge non comporta nessuna restrizione a manga e anime, due opere culturalmente simboliche del Giappone. Forse troppo difficili da controllare o, a voler pensare male, con un business troppo grande. Un mercato che in totale muove 14 miliardi di dollari, sebbene solo una piccola parte di questi sono legati a questa nicchia.

Inoltre bisogna anche ricordare che in Giappone è legale per un maggiorenne avere rapporti sessuali, consensuali ovviamente, con minori dai tredici anni in su. In alcune prefetture quest’età è stata portata a sedici, ma il problema di violenze sui minori è ancora molto alto nella società nipponica, ma molto poco discusso.

A questo si aggiunge che l’agenzia di polizia giapponese riporta un costante aumento dei casi di abusi sui minori negli ultimi venti anni, e tra questi molti sono a sfondo sessuale. La politica ha più volte evidenziato e strumentalizzato il malcontento verso queste opere, ma mai nulla è stato fatto in concreto.

Conclusione

La scelta di prendere provvedimenti o meno non è semplice e, come molti detrattori di questi fumetti affermano, è complesso dimostrare scientificamente una diretta connessione tra abusi e opere. Molti ex-pedofili “pentiti” si sono oggi schierati contro la pubblicazione di questi manga, ma anche tra loro non tutti la pensano allo stesso modo.

Il tema si può riassumere così su due questioni: decidere democraticamente cosa ritenere artisticamente accettabile e morale, e quando limitare un’opera perché potenzialmente pericolosa per la comunità. Considerando che il Giappone lascia di fatto possibile i rapporti tra maggiorenni e minorenni dai 13 anni in su, si denota una certa elasticità di base. Ritenere giovani adolescenti come potenziali oggetti del desiderio non è impensabile o peccaminoso per la società nipponica.

La morale di un popolo è legata alle proprie tradizioni, alla cultura, alla storia e alla religione. Cosa è il “bene” ed il “male” sono concetti che sforano nel mondo della filosofia. Non è un caso che esista il termine “morale cattolica” proprio in riferimento ad una cultura occidentale basata sui dei precetti religiosi cristiani. Morale che però non è un dogma e come tale può essere soggetta a variazioni nel tempo, rendendo morale qualcosa che prima non lo era o viceversa. Un esempio è la recente lotta per la libertà della donne iraniane contro un sistema oppressivo.

Tengo sempre a precisare che l’articolo ha semplicemente il fine di far conoscere un lato della società giapponese del quale si parla poco in occidente. Nella cultura giapponese la sessualità ha sempre avuto dei confini più ampi rispetto all’occidente; una libertà sessuale ricca di perversioni (secondo i nostri canoni) passata tra tentacoli, shibari ed eroguro.

Lascio quindi ai lettori di questo articolo la libertà di riflettere sull’argomento e soppesarlo con animo critico. Nulla è scontato e giudicare a priori un fenomeno non aiuta a comprenderne le cause.

Fonti:
Wikipedia
vice.com
nippon.com