Il termine Taiko 太鼓, letteralmente grosso “colpo” (nel senso di “beat”), viene utilizzato in Giappone per indicare ogni tipo di tamburo. In occidente però identifica l’insieme dei tamburi tradizionali giapponesi. La sua origine non è chiara ma come buona parte degli strumenti giapponesi si pensa derivi da strumenti cinesi. In particolare il taiko potrebbe derivare dal jiegu cinese.
Questo strumento è strettamente legato all’antico shintoismo e al mondo dello sciamanesimo, dove accompagnava ogni rito e fungeva da mezzo per raggiungere lo stato di trance. Il suo uso originario non si discosta da quelle delle tribù di altre parti del mondo e ancora oggi è ampiamente usato nei riti e nelle danze shintoiste, le kagura 神楽.
Inoltre era utilizzato sia nell’antica musica di corte, la gagaku, che per incitare e motivare i soldati in guerra.
Ne esistono di diverse dimensioni, da quelli più piccoli come i kotsuzumi ai grandi taiko, gli ō-daiko. A seconda delle dimensione cambia la tecnica costruttiva, ma generalmente sono sempre fatti in legno con due membrane di pelle ai lati. Inoltre sono generalmente percossi con le bacchette, chiamate bachi.
Al di fuori dell’ambito tradizionale, recentemente sono nati diversi gruppi che hanno trasformato questo tamburo in virtuoso strumento solista e che girano il mondo come ad esempio i Kodo.