Il katakana (カタカナ), o 片仮名 scritto in kanji, è uno delle tre forme di scrittura utilizzate in giapponese insieme all’hiragana e ai kanji ed è generalmente il secondo alfabeto che si inizia a studiare.
Il sillabario è stato sviluppato nel IX secolo (durante il primo periodo Heian) dai monaci buddisti di Nara prendendo parti dei caratteri man’yōgana come forma di stenografia. Infatti “Kata” 片, significa “parziale, frammentato”. Ad esempio, il carattere ka (カ) deriva dalla parte sinistra di 加 “Aumento”, ma non ha nessun valore semantico.
Inizialmente, il katakana era usato quasi esclusivamente dagli uomini per i testi ufficiali o documenti cinesi.
Non mi soffermo oltre, ma potete leggere qui un approfondimento sulla complessa ma interessante storia di hiragana e katakana.
Per cosa si utilizza?
Il katakana ha principalmente cinque funzioni nella lingua giapponese:
- Per la trascrizione di parole stranere o prestiti linguistici.
Il suo uso più comune è la trascrizione delle gairaigo (外来語 lett. parole che vengono da fuori), ovvero termini importati come “terebi” テレビ (televisione) o nomi di nazioni come “itaria” イタリア (Italia).
Buona parte di queste parole sono importate dalla lingua inglese ed hanno creato quello che oggi viene simpaticamente chiamato japanenglish. - Onomatopee.
Il katakana si utilizza anche per scrivere parole che rappresentano dei suoni. Ad esempio “wanwan” ワンワン, il verso del cane o “pinpon” ピンポン (il suono del campanello). - Terminologia scientifica.
I termini tecnici e scientifici, come nomi di specie animali e vegetali e minerali, sono comunemente scritti in katakana. - Nomi di aziende
Questa non è una regola fissa, ma la maggior parte della grandi aziende giapponese ha il proprio nome scritto in katakana: トヨタ Toyota, スズキ Suzuki, パナソニク Panasonic, ecc.. - I katakana sono comunemente usati su cartelli, pubblicità e affissioni (ad esempio, cartelloni pubblicitari), ad esempio コ コ koko (“qui”), ゴ ミ gomi (“spazzatura”) o メガネ megane (“occhiali”). Talvolta si utilizza anche per enfatizzare un espresione.
Da cosa è composto il katakana?
Come l’hiragana, anche il katakana è alla base formato da 5 vocali, una consonante e 40 sillabe, suddivise in sillabe pure, impure, semipure, contratte. A queste si aggiungono delle sillabe composte più recenti utilizzate per ricreare dei suoni stranieri altrimenti difficili da rappresentare. Qeuste ultime non sono importanti al fine dello studio, quindi non li riporto in questo articolo. Le potete comunque visualizzare qui.
Presenterò questo sillabario gradualmente al fine di ben spiegare come si forma. Comunque alla fine dell’ articolo è presente una tabella unica con l’intero katakana.
Il katakana è formato da 46 caratteri fondamentali così suddivisi:
Sillabe pure
- 5 vocali
- 40 sillabe
- 1 consonante
Le vocali seguono l’ ordine a, i, u, e, o e le sillabe derivano dalla combinazione tra quest’ultime e delle consonanti.
Le consonanti con cui si combinano le vocali sono sette: k, s, t, n, h, m, r.
L’ incrocio di consonanti e sillabe forma un totale di 46 caratteri fondamentali (consonanti sorde).
Questo alfabeto sillabico (anche se sarebbe più corretto parlare di more e non di sillabe) è rappresentato secondo questa tabella:
+ | w | r | y | m | h | n | t | s | k | – | vocali |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
ワ (wa) | ラ (ra) | ヤ (ya) | マ (ma) | ハ (ha) | ナ (na) | タ (ta) | サ (sa) | カ (ka) | ア (a) | a | |
ヰ* (wi) | リ (ri) | ミ (mi) | ヒ (hi) | ニ (ni) | チ (chi) | シ (shi) | キ (ki) | イ (i) | i | ||
ン (n) | ル (ru) | ユ (yu) | ム (mu) | フ (fu) | ヌ (nu) | ツ (tsu) | ス (su) | ク (ku) | ウ (u) | u | |
ヱ* (we) | レ (re) | メ (me) | ヘ (he) | ネ (ne) | テ (te) | セ (se) | ケ (ke) | エ (e) | e | ||
ヲ (wo) | ロ (ro) | ヨ (yo) | モ (mo) | ホ (ho) | ノ (no) | ト (to) | ソ (so) | コ (ko) | オ (o) | o |
Vi invito a fare particolare attenzione alla differenza di inclinazione dei tratti tra shi シ e tsu ツ e quelli tra n ン e so ソ. All’ inizio è facile confondersi.
Sillabe impure e semipure
Come accade nell’ hiragana, oltre alle sillabe fondamentali, esistono le sillabe impure ottenute combinando le vocali con le consonanti g, z, d, b, e p (consonanti sonore). Per far questo si aggiungono ai caratteri fondamentali due virgolette (dette “dakuten“).
Per ottenere invece le sillabe semipure si aggiunge un cerchietto (detto “handakuten“) che forma la “p”.
Esempio sillabe impure: カ (ka)→ ガ (ga), タ (ta)→ ダ (da), ヘ (he)→ ベ (be), ecc..
Esempio sillabe semipure: へ (he)→ ぺ (pe), ハ (ha)→ パ (pa), ecc..
p | b | d | z | g | vocali |
---|---|---|---|---|---|
パ (pa) | バ (ba) | ダ (da) | ザ (za) | ガ (ga) | a |
ピ (pi) | ビ (bi) | ジ (ji) | ジ (ji) | ギ (gi) | i |
プ (pu) | ブ (bu) | ヅ (dzu) | ズ (zu) | グ (gu) | u |
ペ (pe) | ベ (be) | デ (de) | ゼ (ze) | ゲ (ge) | e |
ポ (po) | ボ (bo) | ド (do) | ゾ (zo) | ゴ (go) | o |
Sillabe contratte
Sono 36 sillabe e sono formate dalla combinazione di due caratteri.
Per crearli si aggiungono ya, yu, yo (ゃ, ゅ, ょ), scritte in piccolo dopo la sillaba che ha come vocale terminale la i.
Le sillabe contratte sono molto comuni, ecco delle parole esempio: シャンプー shanpū (shanpoo), ジュース jūsu (succo di frutta), ecc..
r | m | p | b | h | n | t | z | s | g | k | |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
リャ rya | ミャ mya | ピャ pya | ビャ bya | ヒャ hya | ニャ nya | チャ cha | ジャ ja | シャ sha | ギャ gya | キャ kya | ャ |
リュ ryu | ミュ myu | ピュ pyu | ビャ byu | ひゅ hyu | にゅ nyu | ちゅ chu | じゅ ju | しゅ shu | ぎゅ gyu | きゅ kyu | ュ |
リョ ryo | ミョ myo | ピョ pyo | ビュ bya | ひょ hyo | にょ nyo | ちょ cho | じょ jo | しょ sho | ぎょ gyo | きょ kyo | ョ |
Allungamento delle vocali
Nel katakana l’ allungamento si rappresenta semplicemente aggiungendo il tratto “ー” dopo la vocale allungata.
Questo ovviamente si riflette nella pronuncia, breve o lunga con tempo raddoppiato.
È molto importante fare questa distinzione poichè una vocale breve al posto di una lunga potrebbe cambiare completamente il significato di un termine o comunque renderlo incomprensibile nella lingua parlata.
Il raddopiamento
Il raddoppiamento della consonante successiva è reso con l’ utilizzo del sakuon ッ (側音), o volgarmente chiamato “piccolo tsu ッ”.
Ad esempio カット – katto (taglio dall’ inglese “cut”), ペットボトル – pettobotoru (bottiglia di splastica dall’ inglese “pet bottle”), ヒット – hitto (hit), ecc..
L’ ordine di scrittura
Kanji, hiragana e katakana hanno un ordine di scrittura dei tratti ben preciso che è importante seguire per scrivere correttamente i caratteri. So che molti potrebbero pensare inizalmente che è irrilevante ma procedendo lo studio capirete l’importanza di aver imparato il corretto ordine.
Qui trovate varie tabelle con l’ ordine dei tratti e alcune per far pratica con la scrittura.
Come memorizzare il katakana?
Ci sono differenti metodi per imparare il sillabario e varia a seconda della persona e del proprio metodo di studio. L’ elemento in comune con i diversi metodi è la costanza e l’esercizio. Il nostro cervello ha bisogno di tempo per memorizzare, quindi focalizzate lo studio a 5 sillabe alla volta. Tentare di imparare tanti caratteri velocemente non porta a nulla.
Personalmente imparai i kana con il tedioso (ma sempre valido) metodo della ripetizione. Ovvero scrivendo pagine e pagine dello stesso carattere. Lo consiglio? ni. È lungo e noioso, ma ha funzionato.
Un metodo più moderno è associare la sillaba con parole giapponesi reali accompagnate da immagini. A tal proposito ho raccolto varie schede a riguardo qui.
Oggi la tecnologia ci viene in aiuto con tantissime app per telefono dedicate sia all’apprendimento dei kana che grammatica e i kanji. Una lista di quelle che ritengo delle migliori la trovate qui.
Il sillabario katakana completo
Conclusioni
L’ apprendimento di hiragana e katakana non è immediato, ma imprescindibile. Non fatevi abbattere e con un po’ di pazienza e impegno sarete capace di leggere e scrivere senza problemi.
Non potete certo fermarvi alla prima difficoltà, no? La strada è lunga, il viaggio è appena iniziato…
Buono studio! 頑張ってね!