I kanji 漢字 sono una delle forme di scrittura della lingua giapponese insieme ai due alfabeti sillabici hiragana e katakana.
Il termine “kanji” significa letteralmente caratteri (字) cinesi (漢) e rappresentano la parte semantica della lingua scritta giapponese. Infatti, come già accennato negli articoli dedicati ai kana, è il kanji il significante in una parola (oltre alla lettura). Possono essere immaginati come la radice di un termine.
I kanji sono fondamentali nel percorso di studio della lingua giapponese e a meno che non si voglia rinunciare a sapere leggere e scrivere (e non credo vogliate) vanno studiati con costanza e sicuramente pazienza.
Gli ideogrammi da conoscere sono quelli di uso comune (i jōyō kanji 常用漢字), che secondo l’ultimo aggiornamento del ministero dell’educazione giapponese del 2010 sono in totale 2136. Questi kanji si insegnano ai bambini sin dalle scuole elementari per tutta la scuola dell’obbligo in modo che la persona possa imparare a scriverli e leggerli fluentemente.
Perchè si usano i kanji?
Una domanda che immagino molti si siano posti è il perchè si sia scelto di utilizzare questo complesso sistema di scrittura.
Gli ideogrammi cinesi sono stati importati in Giappone intorno al V secolo D.C. come prima forma di scrittura. Infatti fino a quel momento il giapponese non aveva nessuna forma di rappresentazione scritta della propria lingua.
I motivi che hanno portato all’adozione degli ideogrammi sono diversi, ma certamente la vicinanza con l’impero cinese e la necessità di comunicazioni commerciali e diplomatiche sono stati fattori decisivi. Inoltre basti pensare che in quel periodo storico la Cina era un paese all’avanguardia culturalmente ed economicamente, era quindi normale prenderla come punto di riferimento.
L’ introduzione degli ideogrammi nella lingua giapponese è stato un processo lento e molto difficoltoso, una vera e propria forzatura linguistica. I primi scriba ebbero grandi difficoltà proprio perchè la lingua orale giapponese mal si prestava ad essere “letta” attraverso gli ideogrammi cinesi che avevano una pronuncia originaria completamente diversa. I kanji entrarono nella società giapponese dapprima solo nei documenti ufficiali e come conoscenza di pochissimi.
Solo dopo alcuni secoli e diversi tentativi di assimilazione ne diventarono parte integrante. Verranno poi affiancati dai kana (hiragana e katakana), loro derivati, ma lasciando sempre i kanji come forma semantica principale. Alla lettura cinese di un ideogramma però si dovette spesso aggiungere quella (o quelle) giapponesi, proprio a causa di una lingua foneticamente profondamente diversa.
I kanji giapponesi sono uguali a quelli cinesi?
Parzialmente. I kanji giapponesi derivano dai kanji cinesi (chiamati in cinese hanzi) utilizzati per i documenti ufficiali del V secolo. Quei kanji utilizzati in Cina erano principalmente ideogrammi classici, quindi già parzialmente arcaici per i cinesi stessi. Possiamo orientativamente paragonarli ai testi stilati in latino nel periodo medievale occidentale, fruibili solo dai più colti proprio perchè scritti in una lingua oramai scomparsa.
All stesso modo i kanji giapponesi sono paradossalmente molto più simili agli ideogrammi antichi cinesi, i quali li hanno poi semplificati nel cinese moderno.
Ad esempio il termine “kanji” in giapponese è 漢字, ma in cinese moderno semplificato è 汉字. Se però utilizziamo il cinese tradizionale allora si utilizza 漢字 come in giapponese. Il carattere semplificato 汉 non esiste in giapponese e una persona giapponese non saprebbe neanche pronunciarlo.
Esistono comunque molti kanji in comune che hanno lettura o significato simile, ma questo non rende assolutamente le lingue simili e gli ideogrammi sempre sovrapponibili.
Esistono kanji giapponesi?
Si, esiste un modesto numero di kanji creati in Giappone in epoca moderna e vengono chiamati kokuji 国字. Alcuni di questi sono abbastanza diffusi, come ad esempio 込む (essere affollato/ essere complesso). Per una lista dettagliata potete andare nell’articolo dedicato.
Qualora ve lo stiate chiedendo, no, i cinesi non sanno leggere i kokuji.
Le letture dei kanji: onyomi 音読み e kunyomi 訓読み
Per i motivi addotti prima ogni kanji ha generalmente due diverse letture: onyomi 音読み di origine cinese e kunyomi 訓読み di origine giapponese.
La lettura di origine cinese viene generalmente utilizzata nelle parole composte da più ideogrammi mentre quella giapponese nella parole con un unico kanji.
Analizziamo ad esempio l’ideogramma 食 nella seguente frase:
食事を食べます。
Mangio il pasto.
Il termine 食事 (pasto) si pronuncia しょくじ, dove 食 (しょく) e 事(じ), sono entrambi letti secondo la pronuncia cinese onyomi.
Il verbo 食べます (mangiare) si pronuncia invece たべます, dove l’ideogramma prende questa volta la lettura giapponese た.
Questa doppia lettura è un fenomeno comunissimo, anzi non mancano kanji con tre, quattro o anche più letture. Lo stesso 食 ha tre letture kunyomi (く, た, は) e due letture cinesi (ショク, ジキ) a seconda del termine dove è utilizzato.
Comunque le diverse letture che può avere un kanji non sono sempre comuni e in alcuni casi gli stessi giapponesi non riescono a leggerle perchè legate a parole desuete. Il miglior metodo per memorizzarle è semplicemente quello di incontrarle durante il percorso di studio. È molto più utile e facile nel processo mnemonico imparare la parola e le letture dei kanji di cui è composta che fare il processo inverso. Ma del processo di memorizzazione ne parlo in questo articolo.
I radicali – bushu 部首
Un kanji è formato al suo interno da vari tratti che lo compongono e a seconda della sua complessità, può essere scomposto da radicali o essere esso stesso un radicale.
Il radicale è un grafema con valore semantico e fonologico che nella composizione di un ideogramma può essere utilizzato per il suo significato, la sua lettura o entrambi.
In questo articolo non voglio dilungarmi troppo sull’ analisi dei radicali di un kanji, ma è importante sapere che la sua scomposizione è uno dei fattori che possono aiutare nella memorizzazione ed è utilissima per ricercare in un dizionario un kanji che non si conosce.
Devo imparare i radicali?
No, non è necessario imparare tutti i 214 radicali, soprattutto nei primi anni di studio. Non lo consiglio. È invece importante capire come scomporre un ideogramma. Penso che lungo il percorso di apprendimento del giapponese e studio del kanji sarà comunque naturale per lo studente curioso approfondirli. Qui trovate la lista dei radicali.
Ordine e numero dei tratti del kanji
I kanji giapponesi (come anche i kana) sono formati da tratti che vanno scritti secondo un ordine ben preciso, importante per la corretta scrittura dell’ideogramma.
I giapponesi studiano sin da piccoli lo shodō 書道, l’arte della scrittura, per imparare il giusto ordine e proporzione delle componenti del kanji.
Anche il numero dei tratti è un elemento utile, soprattutto per la ricerca del kanji nel vocabolario. Infatti è uno degli elementi che ci viene in soccorso per velocizzare il processo di ricerca. Per esempio il kanji di 書 ha 10 tratti.
Come memorizzare i kanji?
Gli ideogrammi sono certamente una delle parti più complesse (e affascinanti) nello studio del giapponese e per tanti anni si è cercato un metodo efficace e veloce di memorizzazione per gli occidentali.
Oggi è possibile approcciarsi allo studio degli ideogrammi in diversi modi e con diverse tecniche mnemoniche basate sull’associazione di storie con il significato del kanji. Nel dizionario del sito trovate infatti per ogni kanji due possibili storie basate sul metodo heisig e sull’origine del carattere. Qual’ è il metodo migliore è assolutamente personale, so possono anche usare entrambi.
I kanji da imparare i i jōyō kanji 常用漢字, suddivisi per noi stranieri nei cinque livelli del JLPT (da N5 a N1) e consiglio quindi di impararli gradualmente seguendo la grammatica ed il vocabolario del proprio livello.
Ho comunque scritto un articolo dedicato alle diverse tecniche di memorizzazione.
In questa epoca storica abbiamo la fortuna di poter sfrutare applicazioni per telefono, siti e risorse utili che ci assistono e guidano nella ripetizione, con esercizi e kanji già suddivisi per livello JLPT.
Devo imparare a scrivere i kanji?
No, non è necessario. Imparare a scrivere tutti i kanji, anzi lo sconsiglio a meno di non volerlo fare come hobby o per lo studio dello shodō 書道. Memorizzare ogni ideogramma necessita di moltissima pratica e studio che verrebbe inevitabilmente sottratto alla grammatica, ascolto o comprensione di un testo. Nel tempo molti kanji si sapranno comunque scrivere naturalmente.
La cosa fondamentale è saperli leggere e riconoscere.
Risorse utili in italiano:
Per Ricordare i Kanji (heisig)
Risorse utili in inglese:
Key to Kanji: A Visual History
The kanji code