La storia dell’Hinomaru e delle bandiere del Giappone

La bandiera de Giappone, chiamata comunemente Hinomaru, è una delle più iconiche e riconoscibili al mondo. Però il Sol Levante nel corso della sua storia ha avuto anche altri simboli e bandiere, tra queste sono certo che tutti conoscano ad esempio quella anche quella del Sole Nascente, la Kyokujitsu.

Voglio qui ripercorrere la storia della bandiera giapponese e di come si è arrivati alla su ufficializzazione, avvenuta solo di recente dopo lunghe diatribe e persino all’ombra di un suicidio.

La storia dell’Hinomaru 日の丸

Questa bandiera ha due nomi, uno ufficiale nisshōki 日章旗にっしょうき e uno di uso più comune, hinomaru まる appunto. Il primo significa letteralmente “bandiera del sole a forma di disco” mentre il secondo termine significa semplicemente “disco solare”.
La sua antica origine è sconosciuta ma sappiamo che già ne 607 la Cina appellava l’imperatore del Giappone come “imperatore del sole nascente”. Non a caso gli ideogrammi e la storia stessa del termine Giappone, o meglio “nihon”ほん, si intrecciano con l’appellativo datogli dai cinesi; “Terra da dove sorge il Sole”, essendo appunto il Giappone a est della Cina. Comunque per maggiori informazioni vi rimando all’articolo dedicato. Inoltre il simbolo del Giappone è anche la dea Amaterasu, che nella mitologia dello shintoismo rappresenta proprio la dea sole.

Dal periodo Nara al periodo Edo

Primi accenni all’uso del simbolo del sole in vessili imperiali si trovano in un documento del 797, lo Shoku Nihongi. Inoltre sappiamo che durante il periodo Heian fu usata la bandiera nishiki (Nishiki no mihata 錦の御旗) caratterizzata proprio da un sole dorato e uno argento su di uno sfondo rosso. Proprio questi simboli vennero utilizzati da una delle più influenti e potenti famiglie del Giappone del tempo, i Taira, che nella loro scalata al potere si trovarono a dare inizio alla celebre guerra Genpei (1180-1185) contro i Minamoto. Questi ultimi utilizzarono in contrapposizione una bandiera con cerchio rosso e sfondo bianco, l’hinomaru. Le vicende della famiglia Taira furono scritte nell’Heike monogatari, così come le battaglie della guerra Genpei furono fonte di ispirazione per opere kabuki, Noh, racconti, dipinti e leggende future.

L’hinomaru venne issata nelle navi della flotta giapponese durante il periodo Tokugawa, rimanendo in uso come insegna navale per tutto il sakoku. Alla riapertura dei confini nel 1853 divenne obbligatorio per tutte le navi di fregiarsi della bandiera per distinguersi dalla flotta straniera.

Dal periodo Meiji

Con la fine della guerra Boshin e la restaurazione Meiji, nel 1870 l’hinomaru divenne ufficialmente la bandiera del Giappone. Il periodo di profondo cambiamento del Sol Levante portò con sè anche sconvolgimenti e transizioni in ambito politico. In particolare la sostituzione nel 1885 del Consiglio di Stato con quello dei Ministri portò alla conseguente abrogazione di tutte le leggi non pubblicate dalla Gazzetta Ufficiale. La legge che aveva reso l’Hinomaru la bandiera ufficiale era tra queste.

La bandiera continuò comunque a rappresentare defacto il Giappone.
Negli anni a seguire Il governo, spinto dallo spirito nazionalista, instaurò inoltre l’inno giapponese, il Kimi ga yo, l’uso del sigillo imperiale e lo shintoismo di stato. Tutto al fine di creare una forte indentità nazionale nel paese e agli occhi dell’occidente.

La bandiera Kyokujitsu

Oltre alla HInomaru venne poi utilizzata in ambito militare la Kyokujitsu-ki spesso chiamata Rising sun, simbolo della forza del Giappone e delle mire espansionistiche dell’impero. Questa svettò durante le dure campagne in Corea, Cina e nelle Filippine dove rappresentò l’invasione dello straniero.

La Kyokujitsu è facilmente riconoscibile per i sedici raggi che partono dal cerchio, spesso decentrato sulla sinistra nella bandiera. Questa bandiera deriva da un antico simbolo usato dai samurai e clan della zona del Kyushu sin dal periodo Sengoku.

Kyokujitsu

Tra il primo e il secondo conflitto mondiale l’hinomaru fu usata in ogni manifesto di propaganda, nei ibri del periodo, nelle insegne e pregnando la quotidianità dei giapponesi. La bandiera, come gli altri simboli del Giappone, diventarono quasi oggetto di venerazione e la sue esposizione fu praticamente obbligatoria.

L’occupazione americana alla confitta del secondo conflitto mondiale ne limitò invece l’utilizzo. Ci vollero diversi anni perchè l’hinomaru tornasse a sventolare facilmente senza che fosse accostata al sentimento prebellico, almeno apparentemente. Questo processo fu lento ed è ancora oggi in atto.
La bandiera è stata, ed è ancora per molti, simbolo della destra ultranazionalista sia in patria che all’estero e solo recentemente sta allontanando le ombre coloniali e imperialiste.

L’ufficialità

Curiosamente la sua approvazione ufficiale come bandiera nazionale avvenne solo nel 1999 ma è legata ad un tragico evento. Già nel 1974 si erano proposti alla dieta nazionale la bandiera e l’inno Kimi ga Yo senza successo, contrastati dalla forte opposizione dell’unione degli insegnanti del Giappone, il Nikkyōso 日教組にっきょうそ.

La svolta avvenne a seguito del suicidio di Ishikawa Toshiro, preside della scuola superiore Sera di Hiroshima che non era riuscito a risolvere una controversia tra il suo consiglio scolastico e i gli insegnanti dell’istituto.
Il consiglio scolastico della prefettura di Hiroshima aveva chiesto che tutti i presidi assicurassero l’uso dell’Hinomaru e dell’inno ad ogni cerimonia scolastica, ma gli insegnanti si opposero con veemenza alla pratica. Ishikawa dopo settimane di incontri e stanco scelse allora di togliersi al vita dopo non aver ottenuto il sostegno dei suoi insegnanti, proprio il giorno prima della cerimonia del diploma.

L’evento scosse il Giappone e riportò a galla l’annoso problema legato al riconoscimento dei simboli del Giappone moderno. L’allora primo ministro Keizo Obushi del partito dell’LDP colse l’occasione e spinse per ufficializzare l’Hinomaru e l’inno Kimi ga yo, cosa che venne fatta il 13 agosto del 1999, anno del decimo anniversario dall’incoronazione dell’imperatore Akihito.

Le uniche differenze della bandiera rispetto a quella del periodo Meiji sono il tono di rosso, iscuritosi e il suo formato, che cambiò già in passato a seocndo del suo uso e attualmente è il 2:3.

Le reazioni e le controversie oggi

L’adozione dell’hinomaru insieme con l’inno nazionale non fu accolta da tutta l’opinione pubblica in modo positivo. A distanza di anni sono molti i giapponesi che non sentono un legame con la bandiera e con l’inno giapponese. Ancora oggi non mancano le critiche verso un governo di destra che mira alla re-militarizzazione del Giappone e, secondo alcuni, ha troppo spesso strizzato l’occhio all’antico impero.

Un caso recente è stata la proposta di utilizzare la Rising Sun, l’antica bandiera da guerra durante le olimpiadi. Questa bandiera è ancora oggi utilizzata ma unicamente dalla marina giapponese e porta inevitabilmente con se un retaggio militare.

Fonti:
Wikipedia
apjjf.org