Il periodo Jōmon (14000 a.C. – 400 a.C)

Il più antico periodo storico del Giappone è detto “Jōmon” e rappresenta la preistoria del Sol Levante, un lunghissimo lasso temporale che va dal 14000 a.C. al 400 a.C sul quale si studia ancora oggi.
La lunga e complessa storia del Giappone è generalmente suddivisa in macro-periodi storici in modo non dissimile da come avviene in occidente. Nel caso del Giappone i cambiamenti tra le epoche generalmente combaciano con gli spostamenti della capitale o dei grandi eventi storici che portarono ad un cambio di potere.

Oltre a questa suddivisione ne esiste un’altra che segue l’alternarsi degli imperatori che si susseguirono al trono. Quest’ultimo metodo prende il nome di nengō 年号ねんごう ed è ancora oggi comunemente utilizzato. Il nengō deriva dalla Cina e fu adottato dall’imperatore Kōtoku nel 645 d.C. Attualmente il Giappone si trova nel quinto anno dell’era Reiwa cominciata nel 2019 con l’incoronazione dell’imperatore Naruhito.

L’origine del nome “Jōmon”

Il termine Jōmon 縄文じょうもん è traducibile letteralmente come “segnato da corde” e si riferisce al tipo di decorazione ritrovata nei manufatti di questo periodo storico.
Il termine fu introdotto dallo studioso e zoologo americano Edward Sylvester Morse nel suo libro “Shell Mounds of Omori“. Nel testo si descrivono le scoperte di ritrovamenti preistorici del kaizuka 貝塚かいずか di Ōmori del 1877, i primi del Giappone. I kaizuka sono cumuli di conchiglie e altri scarti nelle cui vicinanze si sono ritrovati manufatti in pietra, preistorici vasi in ceramica e oggetti d’uso domestico.
Grazie a questi resti è stato possibile far luce sul popolo Jomon, una civiltà giapponese di oltre 14.000 anni.

L’intero periodo Jōmon si caratterizzò di manufatti in argilla, chiamati Jōmon doki 縄文じょうもん土器どき, decorati imprimendo corde e legnetti sul materiale argilloso ancora fresco. Questi decori avevano due funzioni principali: quella decorativa e l’importante funzione di rinforzare la struttura stessa del manufatto.

Suddivisione del periodo Jōmon

Proprio grazie al tipo di decoro del vasellame e alla sue variazioni nel corso dei secoli, gli studiosi sono riusciti a suddividere il lungo periodo Jōmon in più parti.

Jōmon Incipiente (14000 – 7500 a.C.)

Questo è il primo e più antico periodo conosciuto del Giappone, databile tra il 14000 ed il 7500 a.C. anche se non mancano le dispute tra studiosi. Secondo alcuni studi sembra che fosse già presente la presenza umana nell’arcipelago giapponese già 30 mila anni fa.
Un fattore importante per l’evoluzione del Giappone preistorico furono le glaciazioni, l’ultima delle quali terminò intorno al 12000 a.C. portando all’innalzamento dei mari e conseguente trasformazione del Giappone nell’arcipelago che conosciamo oggi.

Un tempo l’intero territorio nipponico era una penisola; non era infatti suddiviso nelle odierne quattro grandi isole (Hokkaidō, Honshū, Kyūshū e Shikoku), ma l’Hokkaidō e le isole Kurilii formavano un’unica striscia di terra continua che collegava l’intero Giappone al continente asiatico.
Il cambiamento climatico portò sia la formazione di una fitta foresta di sempreverdi a centro-sud e conifere a nord che la presenza di numerosi animali selvatici. Questi furono un’importante fonte di cibo per i primi popoli del Giappone insieme alle risorse offerte dal mare.
Tra gli animali della preistorica fauna nipponica vi erano curiosamente anche le tigri, poi però estinte.

È molto interessante notare che ad oggi risulta che il popolo Jōmon fu il primo al mondo a creare i primi esempi di vasellame. Alcuni resti sono databili all’XI millennio a.C. insieme a primordiali esempi di levigazione della pietra.
Proprio la presenza di questi semplici manufatti sono per molti studiosi una possibile prova che gli antichi uomini giapponesi furono anche i primi esempi di popolo semi-sedentario. Infatti una grande quantità di vasellame era fragile e poco adatto a continui spostamenti dei popoli nomadi.

Questo periodo ha un’ulteriore suddivisione sulla base del vasellame ritrovato; dai più antichi manufatti senza decoro alcuno (mumon) a gli ultimi con segni di corda (oatsu).

Jōmon iniziale (7500 – 4000 a.C.)

Il periodo Jōmon iniziale è caratterizzato per la costruzione delle prime semplici strutture in legno e dallo sfruttamento delle importanti risorse marine. Sono stati infatti trovati grandi cumuli di kaizuka vicino le coste, in particolare conchiglie e resti di crostacei.

Primo Jōmon (4000 – 3000 a.C.)

Il primo jōmon vide i risultati di un generale aumento della temperatura in tutto il globo, iniziato con il periodo “Atlantico“, il più caldo e umido della storia conosciuta. Un periodo durante il quale i livelli del mare del mondo intero furono più alti di tre metri e flora si estesero verso nord.
Il popolo di questo tempo continuò a sviluppare le sue decorazioni ceramiche, anche se ancora in uno stato grezzo, e conosceva la laccatura del legno.
Di questo periodo sono anche i primi dogū ぐう, statuette di forma umanoide.

Inoltre si pensa che questo fu il primo periodo di micro-agricoltura anche se non vi sono prove certe. Sembra poi che il popolo Jōmon ebbe un importante aumento demografico e sapesse sfruttare il territorio favorendo la diffusione di piante e alberi per consumo di soia, zucca e fagioli azuki.

Per l’intero periodo Jōmon le principali fonti di sostentamento furono la caccia e la raccolta. In particolare la caccia si servì inizialmente di trappole rudimentali e in generale di arco e frecce. Gli animali cacciati erano cinghiali, cervi, scimmie e animali di taglia minore. La raccolta invece si limitava a zucche, castagne, felci, nocciole e quello che offriva il territorio. A questo si univa la pesca, anche attraverso primordiali ami fatti in osso.

Medio Jōmon (3000 – 2000 a.C.)

Il popolo di questo periodo si organizzò socialmente in piccoli villaggi con case più complesse chiamate “case fossa” con pavimentazione in pietra. Inoltre i primi magatama 勾玉まがたま, le pietre dalla peculiare forma a goccia, divennero da semplici decorazioni a ornamenti funebri. Si cominciò così a sviluppare una primitiva forma di religiosità.

Il vasellame raggiunge la sua massima elaborazione e i ritrovamenti archeologici mostrano la massima espressione artistica del popolo Jōmon. tra i tipi di vasellame più caratteristici il vi è il Kaen doki (火焔土器) con decori che ricordano le fiamme e il suien doki 水煙土器 le cui sinuosità decorativa richiama le onde del mare. Numerosi elementi culturali ed arti giapponesi affondano in questo periodo le proprie radici, come lo shintoismo (ko-shinto), la laccatura, la lavorazione del vetro, ecc..

Tardo Jōmon e Jōmon finale (2000 – 400 a.C.)

Il periodo del Tardo Jōmon va dal 2000 al 1000 a.C. mentre il Jōmon finale ha una durata di soli 600 anni, dall’anno 1000 a circa il 400 a.C. Questi due periodi finali videro la progressiva diminuzione della popolazione ed intensificarsi dei rituali religiosi. Fu ricca infatti la produzione di oggetti rituali poi trovata in vari scavi archeologici. Si pensa che l’inversione demografica non sia frutto di guerre o epidemie, ma conseguenza di difficoltà nel reperimento del cibo e improvvisi problemi ambientali che comunque non sembra che abbiano interessato l’intero popolo Jōmon ma solo una porzione.
Inoltre il vasellame ricominciò a presentare l’uso di corde per decorare ma più raffinate rispetto al passato.

Durante il periodo del Jōmon Finale avvenne un importante svolta: i popoli del Giappone occidentale intensificarono i contatti con la penisola coreana. Questo portò alla creazione di insediamenti di tipo coreano nel Kyushu occidentale intorno al 900 a.C. I coloni portarono con sé nuove tecnologie come la coltivazione del riso e la lavorazione del bronzo e del ferro, oltre a nuovi stili di ceramica simili a quelli visti nella ceramica Mumun. Gli insediamenti permasero per circa mille anni influenzando il popolo Jōmon e collocandosi temporalmente a cavallo tra il periodo Jōmon ed il successivo Yayoi.
Nel nord del Giappone invece si diffuse la cultura Okhotsk, dalla quale si sviluppo poi la più recente Ainu, derivante in parte da quelle Satsumon ed Emishi.

L’origine etnica dei giapponesi

L’origine del popolo giapponese ha ovvi legami con il popolo Jōmon, ma la connessione tra l’etnia attuale e quella Jōmon non è diretta o univoca. La mitologia giapponese attinge e affonda le proprie radici nell’antico periodo Jōmon, raccontata nel Kōjiki e nel Nihon Shoki, i libri sacri dello shintoismo. Sebbene non si faccia mai un chiaro riferimento storico all’antico popolo Jōmon, si data nel 660 a.C. l’inizio della dinastia imperiale con Jimmu, il primo mitico imperatore del Sol Levante. Questi testi sacri furono però scritti solo nel VIII secolo d.C. al fine di dare un’origine divina all’imperatore e non sonno ovviamente storicamente attendibili.

La reale origine etnologica dei giapponesi è ancora ampiamente discussa, ma certamente è costituita da un insieme di popoli diversi. Gli ultimi studi hanno evinto che la componente Jōmon media dell’individuo giapponese moderno è stimata intorno al 9%. Lo stesso popolo Jōmon non era possibilmente omogeneo, ma derivante da diversi gruppi etnici, o tecnicamente “aplogruppi”, di diverse parti dell’Asia.
Alcune informazioni utili alla ricerca ci vengono fornite sia dalle informazioni genetiche contenute negli alleli dei resti degli antichi popoli che da elementi linguistici che sono rimasti nel giapponese. Questi ultimi suggeriscono ad esempio che le lingue giapponesi erano già presenti nell’arcipelago nipponico e nella Corea costiera già nel periodo Jōmon, collegate a quelle del Giappone sud-occidentale. Il celebre linguista Vovin sottolineò anche un’interessante presenza di termini giapponesi moderni con una radice austroanesiana. Quest’ultimo caso ha un stretto riferimento ai popoli Hayato e Kumaso che vissero nel sud del Giappone e poi inglobati dagli Yamato.
Secondo recenti studi l’odierno popolo Ainu sembra essere l’unico che abbia una parentela maggiore con gli antichi popoli Jōmon dell’Hokkaidō. La ricerca è comunque ancora in atto e si attendono nuove scoperte.

Conclusione

Il periodo Jōmon ha certamente ancora tanto da raccontarci e gli studi in merito sono in continuo divenire. Il fascino di questo tempo così lontano ha anche influenzato Takizawa Satoru, direttore artistico del videogioco Zelda Breath the wild, che dichiarò apertamente di essersi ispirato a questo periodo per la creazione di molti oggetti ed elementi del gioco.

I più curiosi sappiano che presso Nagano è stato ricreato un villaggio Jōmon sotto forma di un parco esperienziale: il Chikuma City Sarashina no Sato. In alternativa è possibile visitare il tumulo di conchiglie di Torihama (鳥浜貝塚, Torihama kaizuka) del primo periodo Jōmon situato nell’omonimo quartiere della città di Wakasa, a Fukui.

Fonti:
Wikipedia
Storia del Giappone (Kenneth G. Henshall)
mystays.com
viaggiappone.com